giovedì 11 marzo 2010

Di 99 una.



Anzi due se comprendiamo San Bernardino, anzi tre con Regina Margherita (inspiegabilmente transennata), anzi quattro con Santa Maria di Farfa.
Parlo di Piazze Aquilane, di Piazza Duomo. Anzi di metà di Piazza Duomo. Il luogo dove da qualche domenica ci si incontra. Una Piazza, un inizio. Una città senza piazze non è una città che ci si addice.
Nell'antica Grecia la Piazza, l’ Agorà, era oltreché il 'centro' del potere religioso e commerciale della città, soprattutto il luogo simbolo della democrazia del paese, tant'è che vi si riuniva l'assemblea della polis per parlare di politica.
Ecco, la nostra Piazza Duomo è diventata questo. La Piazza per ricominciare. Ad incontrarci, a parlare, a scambiare, a fare progetti, a sperare. La nostra Piazza dell’Autonomia. Possiamo, sì possiamo, finalmente! Come si fa comunemente, senza chiedere permessi, autorizzazioni ed essere grati se ci vengono concesse.
Andiamo in Piazza: se si vuol lavorare alla macerie, se si vuole organizzare un aperitivo (come succedeva ai nostri ragazzi l’estate scorsa, il giovedì, aperitivo autogestito), se si vuole progettare la riconquista di uno spazio qualsiasi, se si vuole conoscere quello che gli aquilani hanno fatto in questi lunghi 12 mesi, se si vuole condividere un desiderio, una paura, un’azione comune, il futuro della città.
Una Piazza. Saranno poi due e tre e quattro e cinque. Le conteremo insieme. Mezza Piazza che vale quasi uno: l’inizio.
In città, in ogni paese, in ogni borgo, un Foro. Il luogo centrale di ogni città romana, dove sorgevano i principali edifici pubblici, dove si teneva il mercato, dove si trattavano affari, dove si tenevano le udienze e si discutevano le cause davanti ai magistrati.
Una Piazza, due Piazze, tre Piazze … e poi tutti i Decumani (decumanus) e i Cardini (cardo).
Fino a 99 e poi forse faremo la centesima: la Piazza da lasciare ai posteri. Che parli di noi. Una Piazza Pazza, nella quale ciascuno metterà qualcosa. La immagino a Collemaggio, all’interno dell’ex ospedale psichiatrico, che non venderemo, ma riqualificheremo.

Ci vediamo domenica 14 marzo, ore 9,30 alla Piazza numero 1 ed assieme cercheremo di liberare e restituire alla città la Piazza numero 2.

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