martedì 23 marzo 2010

L'Aquila ricomincia dalle macerie (lettera).

Egregi Signor Commissario e Vice-Commissario,

vi scriviamo in merito al problema macerie che, da qualche tempo, è salito alla ribalta dei media e dei vostri interventi.
Alcuni di noi erano presenti a Piazza Palazzo giovedì scorso, quando, inaspettatamente, Vigili del Fuoco ed Esercito hanno cominciato a liberare alcune delle nostre Piazze.
Abbiamo parlato con voi e ci rimangono alcune perplessità.
1. Ci avete detto che le macerie sarebbero state smistate alla presenza del personale della Sovrintendenza ai Beni artistici e Storici. Possiamo con certezza affermare che tali professionisti non sono stati presenti se non per poche ore, sia a Piazza Palazzo che poi a Piazza della Prefettura. Vorremmo, quindi, sapere fin da ora i nomi e gli orari che tali professionisti osserveranno per salvaguardare il nostro patrimonio artistico.
2. Ci avete assicurato che sarebbero stati selezionati anche altri materiali per la ricostruzione, per esempio coppi e mattoni. Ne abbiamo visti impacchettati a Piazza Palazzo ben pochi e capiamo che il volume di tale materiale riutilizzabile (sia per ricostruire edifici pubblici che privati) è talmente enorme da non poter essere stoccato nelle piazze. Per questo vi avevamo chiesto se fossero stati previsti dei siti di stoccaggio con tanto di catalogazione. La vostra riposta “Ancora sono da individuare” ci ha lasciato molto insoddisfatti. Quindi vi chiediamo dove sono al momento questi materiali.
3. Nella tarda mattinata dello stesso giovedì, abbiamo chiesto al Vice-Commissario quale sarebbe stato il destino del FERRO accumulato nella cava Teges durante questi mesi e se l’eventuale riciclo di questo metallo, derivante dalle nostre case, avrebbe fruttato soldi per il nostro Comune. Il Vice-Commissario ci ha fatto capire che parte dell’incasso derivante dalla vendita di questo metallo, sarebbe andato alla Teges, come da contratto. Ci chiediamo, a questo punto, se lo stesso destino avranno i nostri mattoni, le nostre pietre, i nostri coppi e se cioè, dopo che qualcuno avrà rimosso le macerie dalle nostre Piazze, dovremo, per ricostruire, ricomprare i materiali invece che riutilizzarli.
4. Dato il punto 3 chiediamo di avere chiarezza e cioè: se i materiali differenziati e riutilizzabili, da qualsiasi ditta verrà individuata, saranno stoccati e catalogati in un apposito sito per, poi, servircene per la ricostruzione. Qualora parte di questo materiale diverrà, invece, proprietà di qualcun altro, chiediamo sin da ora di operare la differenziazione di tutto il materiale riutilizzabile in loco, assumendo per tale lavoro squadre di aquilani attualmente disoccupati o cassintegrati, da formare sulle normative di sicurezza e sulle modalità di smistamento a carico delle professionalità aquilane che in questi giorni stanno operando spontaneamente e in modo ineccepibile sulle macerie del centro storico.
5. Dati i punti 3 e 4, chiediamo di poter attrezzare il nostro territorio con impianti di riciclo del materiale inerte non immediatamente riutilizzabile, ma riciclabile (mattoni rotti, foratini, mescole edilizie) al fine di utilizzare per la ricostruzione il nostro materiale, opportunamente trasformato in materiale edilizio vario.

Vi invitiamo ad un sereno confronto su questi temi al più presto e vi rinnoviamo la nostra disponibilità a collaborare per una ricostruzione partecipata e sostenibile che dia speranze e lavoro al nostro territorio.
Attendiamo un confronto domenica prossima a Piazza Duomo alle ore 12.00 o, eventualmente, mercoledì prossimo 31 marzo, sempre a Piazza Duomo alle ore 18.00. Rimanendo disponibili per altre date vi informiamo che, in mancanza di risposte, saremo presenti per un sit-in di protesta giovedì 1 aprile presso la sede del Comune a Villa Gioia, L’Aquila alle ore 16.00.

In attesa di un vostro immediato riscontro inviamo
Distinti saluti

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