domenica 9 maggio 2010

DRAQUILA 2

Dalla mia amica e collega Anna Guerrieri (a proposito di Draquila)

Poche righe. E' come guardarsi sullo schermo di un cinema. L'abuso subito nelle settimane prima, quando nessuno ha fatto "precauzione". La tragedia della notte del sei. Vederlo in quel modo, momento dopo momento riporta il pianto, il dolore, la sofferenza di aver minimizzato prima, di aver messo i propri figli a dormire. E poi lo straniamento, l'allontanamento. E la fatica del ricominciare, del riprendere da strade che nessuno più camminava e abitava. Il dover chiedere il permesso per tutto, la gerarchia e il controllo. Certamente a volte inevitabili, ma spesso dati per scontati, senza pensare alle persone che perdevano identità e forza, che diventavano vittime di nuove dopo esserlo state il sei. Vittime perchè inermi, perchè inebetite, senza più la possibilità di agire in autonomia. I mesi. I mesi che passavano. Le tende. Le discussioni. CASE si, CASE no, e quali contributi. Quali tasse e quanto da restituire in fretta.

Sempre lavorando.

Sempre facendo finta che si potesse continuare. Per se, per i figli, per gli studenti, per chi non sa e non capisce e non capirebbe che tu crollassi, perchè tu in fondo non hai perso la vita, e nemmeno i tuoi cari, e quindi sei fortunata.

Come se. Come se si potesse perdere una città e andare avanti, da 19 piattaforme. Da Musp e Map. Dal delirio disinformante della tv. Dalle acclamazioni di successo. Dalla voglia di voltar pagina di troppa gente. Dagli interessi che si intrecciano. Dalla politica che fallisce.

Sempre avanti.

Anche se ti senti solo. Anche se non sai più spiegare. Nemmeno a te stessa. Che forse non riesci neanche a crederci più. Che hai solo voglia di una vita normale.

E poi, un giorno, riesci a fare qualcosa senza chiedere il permesso, e senti l'aria volare, senti il vento, e si mescola alla calce che copre una città. Allora sai che stai piangendo, lacrime che non riesci a piangere dal sei.

Perchè tu sei viva ma potevi morire, perchè loro, gli altri sono morti. E tu sei viva. Perchè la città è ferita, e tu sei viva. Le strade vuote, i marciapiedi persi, le finestre aperte, i muri caduti. Al centro, fuori dal centro, nei quartieri più abitati.

Una delle 20 città d'arte d'Italia. E' caduta. Chi c'è? Chi c'è per rialzarla?

In Draquila c'è una tesi, ma c'è anche una tragedia.

2 commenti:

  1. In Draquila c'è tutta la tragedia della nazione Italia: ossia la presenza di un caimano e la mancanza di una valida alterativa.
    La Guzzanti (lucidissima e bravissima secondo me) attacca tanto Berlusconi quanto la sinistra ed il PD.
    Perchè questo Bondi non lo dice?
    Perchè i fanatici di destra e sinistra guardano solo a 180 gradi?
    Eppure il messaggio delle Guzzanti è chiaro, lucido ed a tutto tondo.
    A 360° non parzializzato.
    Cerchiamo di guardare tutto e non solo quel che ci piace.
    Non c'è bisogno di ovazioni o di demonizzazioni ma solo di obbiettività ... il resto viene da se.

    RispondiElimina
  2. So con certezza che in molti aquilani non andranno a vedere il film per partito preso. Rimango comunque dell'opinione che parte di questo lavoro dovevano farlo i giornalisti

    RispondiElimina