mercoledì 16 giugno 2010

FORTI E GENTILI SI', FESSI NO.




Basta. Basta.
Con la politica dell’arroganza, con i contentini, con le passerelle, con i proclami.

Noi abbiamo bisogno di certezze, non di pillole antidolorifiche.
Il futuro di un territorio distrutto non si improvvisa, si programma e per programmarlo si ha bisogno di certezze. Durerà a lungo la nostra ricostruzione, ma ci sarà: con fondi certi, investimenti oculati, ricostruzione sin da subito.
Non sono slogan, è l’unico modo per esserci ancora: Capoluogo di regione, Città territorio, Città della conoscenza e delle opportunità.

A cosa mi servono le tasse che non ho pagato? Non certo a restituirle.
Mi saranno utili per progettare il futuro dei miei figli, per riparare (nel caso la mia casa verrà ricostruita) i danni che il tempo, inesorabilmente, sta facendo, per far in modo che la mia casa (nella quale ho investito i risparmi della mia vita) sia una casa oltreché sicura, anche coibentata, energeticamente indipendente, mi servono per spenderli nella mia città, e far ripartire un’economia morta. E parlo solo per me, gli altri, meno fortunati che hanno perso la loro attività e non hanno avuto sostegni di nessun genere, hanno bisogno sia della detassazione che della restituzione quando la situazione sarà meno critica. Come fu per altri territori colpiti da catastrofi naturali.
Desideriamo equità di trattamento.

Basta. Basta.
Il governo interviene, ieri sera, con la solita strategia dell’ultimo minuto e dirama un comunicato stampa in cui viene sbandierata, come soluzione del problema, quella che pare essere semplicemente una proposta di emendamento alla finanziaria per una proroga di sei mesi della restituzione.

Non si possono ingannare i cittadini e dividerli, un’altra volta, come fu per la “protesta delle carriole”. Ci divisero e il problema smaltimento macerie è tutt’altro che risolto.

Oggi L’Aquila tira fuori le unghie.

Il nostro territorio non vuole morire.

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