giovedì 10 giugno 2010

L'OCCHIO DEL CICLONE

L’Aquila è sui giornali sempre: ormai tra indagini in corso ed esternazioni del Premier siamo nell’occhio del ciclone.

Ma in fondo non si parla mai dell’Aquila. Non si sfiora neanche l’argomento.
E prova ne sia, per esempio, l’ultima puntata di Ballarò dove, tranne poche parole di Bersani, nessuno ha descritto la situazione nella quale, ahimè, versiamo.

Continuo a non capire come giornalisti, anche di chiara fama, parlino di argomenti, in questo caso inerenti la mia città, senza minimamente informarsi.
Nella puntata di Ballarò Pierluigi Battista, si è scagliato contro l’indagine in corso a L’Aquila a carico della Commissione Grandi Rischi ed in particolare sul cosiddetto “mancato allarme”. Anche qui a L’Aquila sembra che ci sia un certo nervosismo, persino tra gli scienziati.
Da scienziata affermo, con forza, che i terremoti non si possono prevedere. Questo è un dato di fatto, così come lo sono i numerosi scienziati di varie discipline che studiano, elaborano dati, fanno statistiche, osservano le faglie, l’andamento di vari presunti precursori e aumentano, di fatto, la conoscenza del nostro pianeta e dei fenomeni naturali.
Il terremoto si può prevenire, anzi gli effetti dannosi di un sisma si possono eliminare. E questo comincia dall’applicazione di tecniche di costruzione innovative che la scienza e la tecnologia mettono a disposizione di tutte le comunità.

Detto questo i partecipanti alla trasmissione Ballarò ed in particolare Pierluigi Battista, hanno difeso la commissione Grandi Rischi, spostando la discussione sulla validità degli scienziati che, ovviamente e onestamente, hanno detto che un terremoto non si può prevedere.
Invece non è questa la questione e non si può giocare sulle parole. Neanche Floris, il conduttore, ha detto nulla a difesa di quegli aquilani sottoscrittori dell’esposto alla Procura della Repubblica.

Insomma se un terremoto non si può prevedere, perché dire state tranquilli? Avevano forse previsto che non sarebbe accaduto? Impossibile, come avrebbero potuto? Siamo in una zona sismica ad alto rischio e lo sciame si protraeva da mesi. E poi ci sono anche dati storici a riguardo. Forse in 28 minuti non si è esaminato a fondo il problema. Poi ci sono moltissime incognite e spero verrà fatta luce. Non per L’Aquila, ma per tutta l’Italia.

Ed inoltre, perché continuare a dire che la città non poteva essere evacuata? Non si sta discutendo l’evacuazione, ma la mancanza di qualsiasi tipo di informazione riguardo i comportamenti da tenere, né, badate bene, la segnalazione di costruzioni a rischio crollo (presenti in un rapporto costato 5 milioni di Euro). E se l’orco fosse arrivato 6 ore più tardi? Meglio non pensarci.

Penso, invece, che non c’erano piani di emergenza e colpevoli, in questo caso, sono anche tutti coloro che, pur in presenza di una Legge Regionale in materia di Protezione Civile, non hanno mai provveduto alla sua applicazione. Nessun Piano di Emergenza: a L’Aquila quella notte c’erano pochissimi Vigili del Fuoco e noi, usciti di casa, non sapevamo neanche se e dove fossero punti di raduno.

E non lo sappiamo neanche ora.

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