lunedì 22 agosto 2011

I rientri




Lo sapevo: il rientro dalle vacanze è duro. In una città terremotata, insostenibile.
Ce l’ho messa tutta per non deprimermi, non arrabbiarmi, sorridere e ricominciare. Ma non ce la faccio. Non abito solo in una città terremotata, non solo ci abiterò per il resto della mia vita, la mia città, periferie e frazioni comprese, è abbandonata. Intendiamoci, non dagli abitanti, che più o meno sparpagliati si vedono, ma l’apparenza (e quindi anche la sostanza) è il degrado. Così degrado che anche scattare una foto fa male.
Si dirà che con tutto quello che c’è da fare con la ricostruzione, le macerie eccetera,  alcuni servizi sono leggermente tralasciati. Il problema, però, è che mentre è tutto fermo, ricostruzione, rimozione macerie eccetera, il resto appartiene ad una città che non c’è più. Come quando andai nel Belice e tutto era fermo, abbandonato e nel degrado più assoluto.
Un piccolo elenco: le strade sono piene di buche, il verde pubblico è in balia di se stesso, le aiuole vecchie e nuove sembrano un esperimento estremo per verificare fino a che punto possono crescere le erbacce, le poche piazze riaperte sono degli immondezzai e di sera sono buie, le pensiline degli autobus sono da evitare (dove ci sono, ovviamente), persino le rotonde cementificate sono piene di erbacce, la strada del G8 (Guardia di Finanza) è paurosamente tornata indietro nel tempo e anche lì la natura sta facendo il suo corso, persino i cimiteri, mi dicono, sono in condizioni pietose, nel frattempo crescono nuove costruzioni, anche accanto a macerie rigorosamente piene di erbacce. A Piazza Palazzo l’erba cresce anche sui sacconi di macerie sul marciapiede: sono lì da ben 16 mesi. Tra un po’ chi verrà a L’Aquila potrà testimoniare che le macerie non ci sono più perché l’erba e, forse anche alberi, le avranno ricoperte totalmente.
L’Aquila non merita questa fine. Gli aquilani cosa possono fare? Bene, possono anche volontariamente rimboccarsi le maniche e fare tutto da soli. Ma allora gli amministratori a che servono? Forse per comunicati stampa d’effetto:  BIKE SHARING  (sì avete capito bene, bike-sharing), CALENDARIO PULIZIA STRADE ,  CENTO E CENTO GIARDINI  (progetto che già pre-terremoto l’ASM aveva annunciato e non è certo risolutivo del problema rifiuti, né è innovativo).
E per finire l’ultima chicca: il sito ufficiale della  Perdonanza Celestiniana, descrive la città e gli itinerari possibili come se nulla fosse accaduto.

L’Aquila non merita questa fine.

Nessun commento:

Posta un commento