lunedì 19 marzo 2012

L'OCSE e i 4 Ministri



OK, ci sono, posso scrivere due parole sulla “due giorni storica” all’Aquila: con l’OCSE e ben quattro ministri. Monti, Barca, Profumo e Cancellieri.
Io li ho vissuti intensamente, tra stupore, rabbia, lacrime e quella sottile speranza che cerco ancora di soffocare, per non rimanere delusa. Aspettiamo i fatti chè le premesse sembrano esserci.
La prima giornata al Ridotto del Teatro è stata una specie di “brainstorming” con i cittadini che, dopo la premessa degli esperti OCSE, sono stati invitati a parlare con l’incipit “la mia priorità, per il futuro di questo territorio è…”. Insomma uno sforzo per proiettarsi nella città futura che l’Ocse immagina intelligente, smart.
E qui c’è stato il primo colpo al cuore: nessuno dei presenti tra coloro che hanno avuto possibilità di parlare, è stato in grado di proiettarsi più in là. Qualcuno ha anche detto che stavamo facendo una brutta figura. Ma non la penso così. Nessuna brutta figura: la comunità aquilana è ancora nel pieno del dramma, questa è la verità.  E proiettarsi nel futuro, quando il presente ci vede ancora senza case, senza sicurezze, neanche quella sismica è impossibile, ancora.

Poi ho ripensato all’ultimo incontro pubblico al Ridotto del Teatro. Il 15 luglio 2010 il Commissario Chiodi annunciava “ Parte il 26 luglio la nuova fase della ricostruzione. Un percorso che aprirà "la stagione del confronto e della partecipazione con i cittadini aquilani" . Quando il convegno annunciato ebbe luogo, proprio al Ridotto del  Teatro, il 26 luglio, ci trovammo davanti un muro di poliziotti che ci impedivano di entrare;  portavo un cartello con su scritto “MAI PIU’ SENZA DI NOI”.
Ma fummo (e siamo stati considerati) estremisti, rompiballe, quando persino i famosi quattro saggi invitavano a rifondare la città con i cittadini.

Il ministro Barca, visibilmente colpito da così tanto dolore, non solo ha accettato un progetto di un “Osservatorio civico e partecipato sulla ricostruzione” ma ha invitato, continuamente, per  due giorni, a praticare forme di partecipazione dei cittadini. 

Così come la trasparenza, da noi invocata e naufragata in siti web dove quando si cerca qualcosa , nessuna ricerca dà risultati univoci; ci si passano giornate intere per arrivare al documento di interesse, perché “open data” è una "locuzione" intraducibile per molti.
Per non dire del resto: città intelligente, eco-sostenibilità, eco- turismo. Argomenti affrontati con tanto di progetto da professionisti e semplici cittadini e declinati, invece dagli altri, con ski-dome, gettate di cemento….
Ecco, un sentimento che non so descrivere mi prende la gola se ancora penso a chi urlava contro le  riunioni in Piazza Duomo (ed ora è anche candidato Sindaco), o sequestrava  carriole, a chi ancora accusa questi cittadini di aver rovinato la città.

Io spero che questi cittadini possano governarla la città!
www.appelloperlaquila.org 

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