mercoledì 19 dicembre 2012

NON PARLATE PIU' DI NOI






Mi è parso di aver sentito che Berlusconi in TV si è di nuovo auto-lodato per come è stata gestita l’emergenza aquilana post-terremoto.  Nel silenzio più totale di Bruno Vespa, che non so come osa definirsi ancora aquilano, qualcuno gli ha fatto notare che il centro storico è ancora distrutto. «Deve restare così», ha replicato l’ex premier «ora è un problema della Regione della città. Il Governo doveva risolvere con urgenza e lo ha fatto splendidamente. I cittadini sono rimasti nelle tende con aria condizionata e ogni servizio per pochissimi giorni, li abbiamo tutti allocati in alberghi e gli abbiamo consegnato le case, dato soldi per 12 mila ristrutturazioni». 

Ho da esprimere un desiderio, anzi, da fare una preghiera: NON PARLATE PIU’ DELL’AQUILA. Ve lo chiedo col cuore in mano. 

Perché non c’è più spazio per l’indignazione, per risposte a mezzo stampa dirette o indirette, per la rabbia, per le urla, neanche per le lacrime, da parte di una popolazione stremata, angosciata, sola. Che è stufa di essere derisa e usata, a fini personali, per qualche voto in più. 

NON PARLATE PIU’ DI NOI, lasciate che questo quarto Natale passi nel silenzio dei media. 

Non ci occorre la rabbia o l’indignazione e nemmeno urlare. Abbiamo bisogno, per quel poco che possiamo, di attrezzarci un Natale il più possibile quieto, nel quale, rincontrandoci in un luogo qualsiasi, potremo ancora salutarci e capire che siamo ancora qui.   
Con le nostre macerie.

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