giovedì 21 marzo 2013

Carriole di certezze




Non pensavo di dover scrivere, dopo tutto questo tempo,  delle carriole aquilane. In realtà tra di noi non ne parliamo mai, anche se sono vive nei nostri ricordi.
A L’Aquila le cose non vanno bene e non stiamo sempre a piangerci addosso o a ricordare i bei tempi.

Certo è che quel periodo del 2010 lo ricorderemo per sempre e, per fugare ogni dubbio o interpretazione malevola, sarà nei nostri cuori perché in quel momento L’Aquila, gli aquilani, hanno da soli trovato un  modo per aggregarsi, per incontrarsi, per rendersi partecipi del disastro e della ricostruzione.
Stride che a parlarne, invece,  siano non aquilani, e sempre in modo denigratorio. Bertolaso per primo, poi fu la volta di Berlusconi ed oggi anche Letta.  A L’Aquila, ha detto, deve tornare la fiducia, perché di sfiducia ce n’è stata tanta, “carriole di sfiducia”. Il tutto in un contesto tutt’altro che tranquillizzante per noi: doveva essere l’inizio della ricostruzione, ma non vediamo segnali concreti in questo senso.

E dunque, per l’ennesima volta, sono qui a chiedere, per favore, di non parlare più di noi. Né bene, né male. Né delle carriole, né delle C.A.S.E., né di miracoli e neanche di progetti mirabolanti.

A noi servono soldi certi, autonomia, trasparenza e partecipazione. Il resto è fuffa.
Vogliamo la nostra città. Bella, sicura, sostenibile.

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