venerdì 16 gennaio 2015

Uomini e donne



Non so da dove cominciare lo sfogo, quindi inizio dalla fine.
E la fine sono Greta e Vanessa, le due cooperanti liberate ieri sera e riportate in Italia dalla Siria. Non le conosco e non ho alcuna intenzione di cominciare una difesa ad oltranza delle loro vite e del loro lavoro.
Ma, purtroppo, ieri ero sul web ed ho letto giudizi ed epiteti irripetibili, a migliaia e decine di migliaia. Il fastidio è cresciuto a dismisura, tanto da rendermi persino insonne. Perché? La verità è che di attacchi di questo genere ne ho già sentiti: alla Boldrini, alla Bonino, alla Moretti, alla Bindi, alla Serracchiani e, per non far torto a nessuno, anche alla Carfagna. Che io ricordi a nessun uomo è stato mai riservato lo stesso trattamento. 

I marò, se non eroi, sono al più mercenari; Salvini, sbeffeggiato a ripetizione, al più è responsabile della laurea del trota, Renzi un bimbominkia, Vespa un viscido. Mai agli uomini ci si rivolge con espressioni ed epiteti a sfondo sessuale, mai. Tranne a Berlusconi, ma solo perché a lui piace.

Ho pensato cosa si sarebbe detto se Vanessa e Greta fossero state uomini. Per caso avremmo criticato il loro modo di vestire, di pettinarsi, avremmo detto “stanno meglio col velo”, “chissà se hanno goduto”, avremmo sezionato le loro espressioni ipotizzando sorrisetti ammiccanti? Ci sarebbero sembrati sprovveduti, cretinetti, pulzelli, viziati? Avremmo consigliato di stare a casa a fare la calzetta, li avremmo derisi, avremmo loro suggerito luoghi ‘idonei dove mostrarsi”, li avremmo chiamati “amici delle siriane”?  E vi ho risparmiato le volgarità, sono irripetibili. 

Non so chi esattamente siano Vanessa e Greta, ma lotterò tutta la vita per far in modo che le donne possano andare in Siria e tornare senza vergognarsi. 

Cercherò di far capire a tutti che questo maschilismo strisciante non è migliore di altri.

P.S. Nel frattempo qui a L'Aquila siamo a 2111 giorni dal terremoto

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